Dopo la World Cup:come cambia il rugby internazionale

Parisse contro la Romania Il termine della Rugby World Cup 2007 non ha sancito solo il trionfo del Sudafrica ma anche la fine di un’era. Il torneo mondiale più ricco di sempre – ormai stabilmente il terzo evento sportivo del globo dopo Olimpiadi e mondiali di calcio per giro d’affari e seguito – segna il definitivo passaggio del rugby nell’universo dello sport iper-professionale ormai asservito alle esigenze televisive. All’International Board il difficile compito, fin qui assolto con discreto successo, di garantire nel passaggio la salvaguardia di quei valori che rappresentano l’eterna ricchezza del rugby.


Anche dal punto di vista tecnico dopo la World Cup nulla rimarrà come prima.

La durezza di questa disciplina impone ritmi massacranti ai giocatori di livello internazionale.

Dopo quattro anni di allenamenti da superman e impatti da incidente stradale saranno in tanti i guerrieri che passeranno la mano.

Pelous, Dallaglio, Pichot, Troncon, Catt, Thomas, Oliver, Gregan, Larkham sono solo alcuni dei campioni che non lotteranno più per la propria bandiera, ma altri protagonisti sono pronti a rimpiazzarli.

Anche per gli allenatori la Coppa funzionerà da spartiacque.

Le prime dieci potenze mondiali, le europee del Sei Nazioni, le australi del Tri-Nations e l’Argentina splendida terza al mondiale, sono in movimento.

A cominciare dal Sudafrica campione.

Jack White lascerà gli Springboks dopo la partita evento di dicembre contro i Barbarians a Twickenham.

I rumors più accreditati lo vedono alla guida di un’Inghilterra da ricostruire.

Le irriverenti dichiarazioni di Dallaglio che ha paragonato la conduzione di Ashton ad uno sketch dei Monthy Pyton hanno fatto da viatico alla cacciata del ct inglese.

Il XV della rosa va ricostruito intorno al piede di Wilkinson e le caratteristiche del rugby anglosassone, con gli omoni del pack protagonisti, sembrano perfette per White.

La prossima settimana vedrà il ct neozelandese Henry sottoposto all’esame della sua Union e non c’è da invidiarlo dopo il peggior risultato di sempre(eliminazione ai quarti di finale) rimediato dagli All Blacks in Francia.

L’ombra del santone dei Canterbury Crusaders Robbie Deans già incombe alle sue spalle.

L’Australia ha salutato senza troppi rimpianti Connolly e sembra aver puntato con decisione il pluridecorato in Super14 Dave Nucifora, con qualche fiches a disposizione di Laurie Fisher, coach dei Brumbies di Canberra.

Anche la Francia deve riprendersi dalla delusione del quarto posto e ha scelto la scommessa di Marc Lievremont, pochissima esperienza in panchina, per sostituire Laporte salito all’Eliseo a fare il vice-ministro dello sport.

Il Galles, disastroso al mondiale, ha appena ufficializzato l’ingaggio di Warren Gatland che torna in Gran Bretagna dopo aver vinto l’NPC con Waikato, mentre l’Irlanda e la Scozia – poche idee e ancor minori risorse economiche – confermano O’Sullivan e Hadden, almeno per il Sei Nazioni.

In attesa di entrare in un torneo internazionale l’Argentina ha lasciato Loffreda libero di guadagnare le sterline dei Leicester Tigers, riservando i prossimi mesi alla ricerca del suo sostituto.


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