L’Italia chiude il tour degli esperimenti con una sconfitta contro i Pumas

foto pratichetti Si è concluso con una sconfitta assolutamente decorosa subita dall’Argentina, 24-6 il risultato finale, il tour estivo della nazionale azzurra di rugby. Il match di sabato a Mendoza ha visto l’Italia giocare una partita in trincea, impegnata come è stata in una difesa strenua di fronte alle sfuriate dei Pumas che oggi saliranno ufficialmente, per la prima volta nella storia, al 5° posto assoluto nel ranking dell’International Board.


La partita ha avuto nei cinque minuti dal 26’ al 31’ la svolta che ha scavato il break in favore degli argentini.

In questo breve lasso di tempo i Pumas hanno messo a segno due mete con l’ala Francisco Leonelli e con l’estremo Federico Serra, concretizzando una pressione che Lo Cicero e compagni hanno respinto con vigore per il resto del match.

Ottimo la prova del pack azzurro al cospetto della mischia argentina, tra le migliori al mondo, nonostante la severità dell’arbitro neozelandese Bray che ha rifilato due gialli a Sole e Lo Cicero.

Le esigenze del calendario internazionale che fissa la World Cup per settembre hanno imposto riposo ai veterani di quasi tutte le squadre nazionali che hanno affrontato i test-match di giugno con selezioni sperimentali.

Per Pierre Berbizier sarebbe stato importante testare contro l’Argentina la mediana Burton – Canavosio, ma ha potuto farlo pressoché solo rispetto alla fase difensiva, vista la tendenza del match giocato quasi interamente nella metà campo azzurra.

Per Burton, schierato per la prima volta all’apertura, solida prova al placcaggio ma incerti i calci di spostamento, fondamentali per alleggerire la pressione dei Pumas.

Troppo scarse le possibilità per muovere l’ovale a disposizione dell’italo-australiano.

Pablo Canavosio
, invece, è rimasto in campo solo mezz’ora per il riacutizzarsi dell’infortunio alla spalla che lo aveva tenuto fuori dalla sfida vittoriosa con l’Uruguay.

Giocatori da rivedere, dunque, anche se la sensazione è quella di maggiori certezze nel caso di Canavosio che, nelle idee dello staff azzurro, appare come la vera alternativa a Troncon, complice la perdurante involuzione di Paul Griffen, peraltro confermata nella partita di Montevideo.

Indicazioni positive dal tour Berbizier le ha tratte dalle prestazioni di Zanni e Pratichetti, autore contro l’Uruguay della sua prima tripletta azzurra.

I due giovani, dopo le ottime prove nel Sei Nazioni, sono ormai certi di far parte dei 40 nomi che verranno diramati dal ct di Saint-Gaudens intorno al 18 giugno.

Questo primo gruppo farà base dall’1 Luglio a La Salle-Morgex in Valle d’Aosta, sede del ritiro pre-mondiale.

Dopo il primo periodo di preparazione il numero verrà ridotto ai 30 obbligatori che formeranno la rosa alla rassegna iridata in Francia, con la prima partita degli azzurri l’8 Settembre a Marsiglia contro i super-favoriti All Blacks neozelandesi.

A proposito di Berbizier, con questo tour ha compiuto i due anni esatti di gestione azzurra.

Nel momento in cui il presidente Dondi è alle prese con la scelta del successore del “piccolo caporale”, giova sottolineare alcuni numeri che hanno segnato fin qui la sua avventura in Italia.

Nei 25 incontri giocati sotto la sua gestione l’Italia ha totalizzato ben 10 vittorie, un pareggio storico a Cardiff nel Sei Nazioni, e 14 sconfitte.

Il saldo è attivo sia per i punti fatti-subiti, 661-577, che per le mete, 71-64.

Numeri eccellenti, soprattutto se confrontati con le precedenti gestioni della nazionale e che fanno aumentare i rimpianti per un addio ormai certo.

Intanto, nel borsino dei pretendenti al suo posto, si mantiene stabile Eddie Jones, scende Saint-Andrè anche se non vanno esclusi rapidi “ritorni”, salgono Galthiè e Lagisquet.

La pista francese resta dunque la più calda.


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