L’Italia nella storia!Il cuore azzurro doma il Galles

Il pallone ovale non è mai stato così azzurro. La banda-Berbizier non fallisce l’appuntamento e firma una delle più belle pagine della storia del rugby italiano battendo nella fortezza del Flaminio un Galles mai domo con il punteggio di 23-20. Significa seconda vittoria consecutiva nel Torneo delle Sei Nazioni, mai successo prima.


Vuol dire salita all’ottavo gradino del ranking dell’International Board, anche questa è una prima volta, proprio ai danni del Galles.

Vuol dire anche uno stadio strapieno di maglie azzurre e rosse, pazzo di gioia per Bortolami e soci, avanguardia di una Nazione che sta scoprendo, grazie alle imprese di questi ragazzi, che allo stadio si può andare anche soltanto per essere parte di una festa.

L’inno di Mameli cantato a squarciagola prima del calcio d’inizio, il giro di campo della squadra dopo il fischio finale.

Sono le immagini di un trionfo che avrà un impatto senza precedenti per tutto il movimento.

In mezzo una partita difficile da raccontare e ancor più ostica da interpretare per i protagonisti azzurri in campo, al cospetto di un avversario fiero e con caratteristiche in grado di creare difficoltà all’Italia.

La novità è proprio questa: in un altro momento, nei 15’ di crisi all’inizio del secondo tempo dopo la meta di Rees l’Italia sarebbe crollata, incapace di reagire.

Ieri, invece, dopo il colpo avversario i gladiatori azzurri guidati da Bergamasco, Troncon e gli altri si sono guardati, hanno “sentito” lo stadio, si sono parlati, si sono aiutati.

Quando questa squadra è disponibile al sacrificio, quando i giocatori sono pronti a distruggere sé stessi per i compagni, l’Italia può mettere alla frusta chiunque.

Come già in Scozia, anche ieri negli ultimi venti minuti la squadra, sempre più “creatura” di Pierre Berbizier, si è rimpossessata del timone, stabilendosi nella metà campo avversaria.

Quando ormai mancava una manciata di secondi Troncon ha guidato di nuovo il pack più forte d’Europa nei 22 metri avversari prendendo a spallate il fortino gallese.

Una, due, tre, quattro fasi ai cinque metri, il pallone nascosto nella testuggine azzurra, i centimetri guadagnati uno alla volta, finchè Troncon non decide di aprire per Pez, una finta, poi la luce.

Calcetto a scavalcare la linea difensiva dei Dragoni, l’ovale rotola verso la terra promessa, dalla torma di cani affamati che lo insegue spuntano le mani di Mauro Bergamasco.

L’ovale è suo, l’area di meta è violata, la vittoria è italiana.

Il match era cominciato con un illusione di meta azzurra al 1’ di gioco.

Touche italiana in attacco, schema orchestrato magistralmente da Pez che lancia Canale.

Il centro azzurro indirizza un long-pass che salta il primo uomo e cade ai piedi di Matteo Pratichetti che raccoglie l’ovale rimbalzante, spiana con i suoi 100 kg. l’ultimo placcaggio di Morgan e deposita in meta, ma l’arbitro annulla per un dubbio passaggio in avanti.

Lo score si apre con due punizioni di un Pez ispiratissimo anche nei calci di spostamento, peraltro aiutato dal vento di tramontana che spira da nord e a favore di campo per l’Italia.

Gli azzurri riescono nei primi 20’ di gioco a rispettare il piano di Berbizier: pressione, possesso e calci per mantenere gli avversari nei propri 40 metri difensivi.

Il Galles sbanda ed al 22’ l’Italia conduce 6-0.

Poi arriva la reazione dei Dragoni Rossi che Gareth Jenkins sta cercando di tirare fuori dalla crisi in cui sono piombati lo scorso anno.

La squadra ha valori tecnici importanti ed è più imprevedibile della Scozia in fase offensiva.

Lo dimostra con i fatti al 28’ quando Hook, astro nascente del rugby del Principato, tira fuori dal cilindro la magia: calcio che scavalca Robertson per Shanklin che lo afferra al volo, resiste al placcaggio di De Marigny e lancia sulla corsa Shane Williams con un off-load dolcissimo.

Il folletto gallese degli Ospreys non si fa pregare e vola in meta, trasformazione e Galles in vantaggio 6-7.

Qui l’Italia si imbambola e subisce il ritorno degli ospiti che acquistano la consapevolezza di potercela fare.

Le maglie rosse si installano nella metà campo azzurra e in un paio di occasioni il forte rischia la capitolazione.

Allo scadere del primo tempo però Troncon piazza la zampata del fuoriclasse rubando dalle mani di Peel che guidava i suoi all’attacco l’ovale e lanciandolo al compagno più vicino, Robertson.

Gli dei del rugby sono dalla sua parte: l’ala, l’azzurro più veloce, calcia profondo nel campo avversario incustodito e corre come Mercurio per raggiungere l’ovale, vanamente inseguito dal gallese più vicino, il lento Gough.

Lo scatto brucia l’erba, il rimbalzo è perfetto proprio nelle mani di Robertson che sulla corsa lo porta sotto i pali, trasformazione di Pez e Italia n vantaggio al riposo 13-7.

In avvio di ripresa lo sbandamento di cui s’è detto, con la meta di Rees e due calci piazzati di Hook che marcano al 55’ il 13-20 per gli ospiti.

Poi, pian piano, viene fuori la forza morale di una Italia che Berbizier sta costruendo nella religione del lavoro e nell’amore per il sacrificio.

Parisse, Man of the Match al termine, è un gigante, gli altri non si tirano indietro e soffrono in trincea, superano le difficoltà ed insieme riprendono il controllo.

Di nuovo i placcaggi diventano vincenti, i passaggi più precisi, l’inerzia del match si colora d’azzurro.

Al 73’ Pez piazza per il 16-20, poi inventa la magia che lancia in meta Bergamasco, la storia è scritta.


2 Responses to “L’Italia nella storia!Il cuore azzurro doma il Galles”

  • Franco Says:

    impresa storica degli Azzurri, bellissima la tua analisi.

    Ma hai sorvolato sull ultimo episodio della partita: il fischio anticipato dell arbitro che non lascia il tempo ai gallesi di provare a vincere l incontro.

    direi che va bene cosi, ogni tanto gli errori arbitrali si compensano ( vedi irlanda scorso anno)

    La coa piun bella e’ che sui siti web gallesi ci sono molte reazioni forti dei giocatori e del coach Jenkins che si sentono bruciati da tale decisione.

    tutto pero’ con grande rispetto delle regole,accettando senza lamentarsi ( complain) il verdetto finale.

    La partita infatti , non l hanno certo persa all ultimo minuto…

  • alessandro fusco Says:

    Caro Franco,
    ho creduto di non menzionare l’episodio perchè già in sala stampa era stato chiarito e declassificato a “misunderstanding”. Le cose sembrano essere andate in questo modo. In occasione della punizione accordata ai 18 metri italiani i gallesi hanno chiesto all’arbitro quanto tempo avessero a disposizione e White ha correttamente risposto:”10 secondi”.Tra prendere la decisione, calciare ed organizzare la rimessa il tempo è trascorso e il TMO, che ha anche la responsabilità del cronometro ha comunicato a White la fine del match. Lo stesso White si è ufficialmente scusato oggi con un comunicato dell’ufficio stampa dell’IRB per il malinteso, per il quale non è prevista possibilità di reclamo. Come dici bene, la partita non l’hanno perduta per quello ed i gallesi sono i primi a saperlo. Vincere una partita anche quando non la domini e con questi episodi una volta tanto a nostro favore mi pare una prova di forza morale e di maturità. A presto!

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