Sei Nazioni, la situazione delle altre

La storia, la tradizione. Dal 1893 il rugby in Europa è questo, è il Torneo delle Sei Nazioni. Mai come quest’anno la competizione si preannuncia equilibrata.


La Francia è campione in carica ma è uscita in crisi dai test di novembre, la Scozia sembra aver esaurito l’energia e la novità che ne fecero la sorpresa della scorsa edizione e ha perduto per infortunio il capitano e leader Jason White, avviandosi al confronto con l’Italia che anticipa quello decisivo ai prossimi Mondiali piena di dubbi e di paure.

Il Galles del nuovo ct Gareth Jenkins recupera da infortuni lunghi alcuni degli eroi del Grande Slam del 2005, ma l’equilibrio della squadra è ancora lontano.

L’Inghilterra versa in una crisi senza precedenti dopo aver perduto otto delle ultime nove partite.

Esonerato il coach Robinson, l’incarico è stato affidato a Brian Ashton, vecchia conoscenza del rugby romano e guru del rugby d’attacco.

Dalle parti di Londra si chiedono se basterà ma intanto hanno riesumato, dopo una teoria infinita di operazioni ed infortuni, il fenomeno Jonny Wilkinson che non gioca con la maglia bianca dalla finale della Coppa del Mondo 2003 e che ha nelle gambe appena 43’ di gioco in campionato.

Poi c’è l’Irlanda che veste i panni della grande favorita.

Un pack dominante, una mediana di grande qualità, tre-quarti scintillanti guidati dal semi-dio O’Driscoll e dal nuovo astro dell’Ulster Trimble e risultati esaltanti con la nazionale e con i club.

Ma la storia più interessante è un’altra.

Demolito il glorioso Lansdowne Road a Dublino i verdi avevano bisogno di una nuova casa, gli è stato “concesso” l’utilizzo del Croke Park, 82000 spettatori e tempio degli sport gaelici, che era stato proibito alle discipline anglosassoni( calcio e rugby) dal 21 novembre 1920 quando i paramilitari usati dagli inglesi per reprimere i patrioti irlandesi fecero irruzione nello stadio durante un match di football gaelico sparando e uccidendo dodici spettatori e un giocatore, “Bloody Sunday” la chiamarono gli irlandesi.

Il 24 febbraio al Croke Park ci sarà Irlanda – Inghilterra, il rugby laverà le macchie di sangue e di odio, perché così deve essere.


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