Elezioni FIR, si chiude un’epoca?

Come qualcuno di voi avrà notato, non ho partecipato in alcun modo alla competizione elettorale che da alcuni mesi agita l’ambiente ovale italiano. La scelta, che non esprime polemica nei confronti di alcuno tanto meno dei meritevoli colleghi che hanno – invece – aggiornato dal punto di vista dell’informazione la bagarre con puntualità e professionalità, è motivata soprattutto dal fatto che, come fa notare in un post oggi l’amico Paolo Wilhelm su Onrugby.it, le elezioni di una federazione non sono “democratiche” in senso letterale.

L’elezione, infatti, non è a suffragio universale ma ad essa partecipa solo un ristretto novero di aventi diritto che non si avvalgono affatto, o lo fanno parzialmente, dei media indipendenti come capita nelle competizioni politiche.

Dunque ho preferito osservare senza commentare la battaglia promozionale dei tre candidati, Gianni Amore, Alfredo Gavazzi e Amerino Zatta, citati in ordine alfabetico.

Quel che è certo è che domani dopo 16 anni di regno, più o meno incontrastato ma innegabilmente di successo, finirà un’epoca per la decisione di Giancarlo Dondi di lasciare la carica di presidente della Federazione Italiana Rugby alla scadenza del quarto mandato.

Nel Salone d’Onore del CONI dove si terranno le elezioni per rinnovare il Consiglio Federale e la carica di presidente ne aprirà una nuova, non priva di incertezze.

Gli ultimi anni hanno segnato la storia della palla ovale nel nostro Paese : dall’ingresso nel Sei Nazioni ai successi economici (la FIR è oggi la seconda federazione più ricca dello sport italiano), dall’elezione dello stesso Dondi nel Consiglio dell’International Rugby Board (primo italiano nella storia) ai 72.000 spettatori dello stadio Olimpico e all’aumento dei tesserati il rugby ha conosciuto successi travolgenti.

Ciononostante la gestione Dondi, non immune da errori alcuni dei quali da me apertamente criticati, ha raccolto spesso opposizioni interne anche aspre, sempre superate grazie a un istinto politico sopraffino cui oggi è giusto riconoscere merito.

La sensazione è che, chiunque sarà il vincitore, il patrimonio di competenza e conoscenza di Giancarlo Dondi sarà ancora molto utile al rugby italiano.


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