Stadio Flaminio, mercoledì arriva la fumata bianca?

stadio-flaminio Per lo Stadio Flaminio sembra finalmente giunto il momento della fumata bianca. Domani pomeriggio si svolgerà una riunione che dovrebbe – il condizionale è purtroppo ancora dovuto – risolvere definitivamente la trattativa e dare il via ai lavori di ristrutturazione necessari a garantire la permanenza del Sei Nazioni a Roma. Alla riunione parteciperanno con i propri massimi esponenti il Comune di Roma, la FIR e Marco Nervi che rappresenta la Fondazione degli eredi del progettista del Flaminio Pierluigi Nervi.

Come anticipato su questo blog e su Il Tempo una sentenza del Consiglio di Stato ( n. 1749 del 2008) sulla decadenza dei diritti intellettuali consente di depotenziare il potere di interdizione degli eredi circa il progetto e le recenti aperture da parte della Fondazione Nervi lo confermano.

Adesso si tratta di armonizzare il progetto commissionato dalla FIR all’architetto Suarez alle esigenze di tutte le parti in causa (compreso Renzo Piano cui il sindaco Alemanno ha affidato la responsabilità dell’intera area), tutte convinte che i lavori vanno fatti e che è interesse di tutti che il Sei Nazioni rimanga a Roma.

Lo è il Comune, che grazie agli interventi sullo stadio si ritroverà un impianto-gioiello al passo con le moderne esigenze e perfetta sede per il Rugby a 7 nel quadro della candidatura alle Olimpiadi 2020, senza dimenticare l’importanza per la città del Sei Nazioni.

Lo è anche la FIR il cui presidente Giancarlo Dondi, al di là delle “minacce” strumentali di portare al nord il Torneo, sa perfettamente che Roma è la sede ideale.

“Tutte le parti convengono sull’importanza di mantenere il Sei Nazioni a Roma – conferma il Delegato allo Sport del Comune Alessandro Cochi - ora è il momento di agire nel comune interesse”.


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