Il Sei Nazioni non si muove da Roma!

Il Colosseo Alla fine, tutti contenti, proprio alla vigilia del 21 aprile, il Natale di Roma. Ora è ufficiale, lo Stadio Flaminio sarà ristrutturato e il Sei Nazioni resta a Roma come è stato sancito in una riunione nell’ufficio del sindaco della Capitale Gianni Alemanno e come, nei giorni scorsi, era stato auspicato con forza anche dal presidente del CONI Petrucci. Tavolo “pesante” quello al quale si è svolta la riunione con tutti i soggetti parte in causa rappresentati ai massimi livelli.

Per il Comune di Roma oltre ad Alemanno il Delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi, per la FIR il presidente Giancarlo Dondi e il consigliere Pierluigi Bernabò, tessitore dei complessi rapporti tra la Federugby, l’Amministrazione e la Fondazione Nervi, rappresentata da Marco, uno dei nipoti del progettista dello Stadio Flaminio.

Presente all’incontro anche l’architetto Eloy Suarez cui Dondi ha commissionato il progetto di ristrutturazione del prestigioso stadio.

La questione sul tavolo era annosa e la trattativa ha avuto i suoi momenti critici, superati con la buona volontà da parte di tutti, consapevoli dell’importanza di mantenere a Roma il torneo più prestigioso del mondo:”Devo ringraziare la sensibilità di tutte le parti chiamate a giocare un ruolo nella vicenda – racconta un raggiante Dondi – e in particolare ringrazio il sindaco Alemanno a cui il rugby deve una grande apertura di disponibilità che sarà fondamentale per il futuro del nostro sviluppo, così come un sentito grazie va anche al presidente del CONI Petrucci che nei giorni scorsi ha speso parole importanti.

Per quanto riguarda la FIR siamo felici dell’accordo che permette al rugby italiano di mantenere il Sei Nazioni nella sede più prestigiosa e che per undici anni ha già garantito un patrimonio enorme di seguito e successi”.

La decisione di mantenere Roma come sede ufficiale e unica, così come verrà comunicato nei prossimi giorni al Comitato Organizzatore, non esclude la possibilità che, nel caso i lavori dello Stadio Flaminio dovessero subire ritardi burocratici o tecnici, alcune partite potrebbero giocarsi allo Stadio Olimpico : “Per il momento non è in programma – chiarisce Dondi – ma non lo escludiamo qualora si rendesse necessario”.

La possibilità renderebbe possibile l’organizzazione di eventi straordinari per il rugby italiano, consentendo lo sfruttamento di potenzialità di grande rilievo dal punto di vista del marketing.

Nella prossima edizione del Sei Nazioni 2012 l’Italia avrà solo due incontri in casa contro l’Inghilterra e la Scozia.

L’Olimpico si potrebbe riempire d’azzurro.


5 Responses to “Il Sei Nazioni non si muove da Roma!”

  • Francesco Says:

    E, passate le chiacchiere di rito, cosa vogliono dire ?
    C

  • Francesco Says:

    (finisco) che i Nervi hanno mollato l’osso ? o che hanno un loro spazio di “intervento” o cosa altro ?
    Perchè erano loro che si erano messi (misteriosamente ?) di traverso

  • M-URC Says:

    Grande notizia

  • Bruno Says:

    Sinceramente sono ben più preoccupato della situazione della Rugby Roma e del Rugby romano in generale. Il sei nazioni al flaminio è anche spesso stato usato come pretesto per poi lasciare il rugby che conta alle “contee” dell’oltrePo. Spero quindi che questa faccenda sia anche invece un motore per rilanciare il rugby a Roma, ma serve un’attenzione maggiore ed una mobilitazione di tutti.
    Viva il rugby romano e buona Pasqua a tutti.

  • Maurizio Says:

    Alessandro,
    quando scrivi che Dondi ha ….commissionato il progetto di ristrutturazione a Eloy Suarez… naturalmente si intende che a fronte di un bando di Gara d’appalto Europeo, la proposta dello Studio Suarez e’ risultata la migliore sia come punteggio tecnico che come prezzo, giusto ?

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