La guerra dei Clan

Mauro Bergamasco Edimburgo – Una visita fino al castello, un’occhiata al museo del Reggimento della cavalleria di Sua Maestà  Scots Greys, poi gli appassionati italiani riempiono i pub del Royal Mile dove è possibile scaldarsi, in tutti i sensi, in attesa del match di oggi. Scozia – Italia (ore 16, diretta tv su La7) da qualche anno per le due squadre più deboli del Sei Nazioni vale molto.

Soprattutto, la possibilità di evitare l’onta del cucchiaio di legno.

 Inoltre, se è vero che alla tradizione ovale dei nipotini di William Wallace l’Italrugby non può paragonare la propria, è altrettanto incontestabile che, da quando sono nel Sei Nazioni, gli italiani incarnano la bestia nera degli Scoti, come confermano le due vittorie consecutive nelle ultime  edizioni del Torneo.

Nel 2007 arrivò il primo trionfo esterno per l’Italia con quel 37-17 ricordato per le tre mete azzurre nei primi sette minuti che gelarono Murrayfield peggio di quanto faccia il vento che scende dalle Highlands.

Poi, lo scorso anno, il 23-20 deciso dal drop di Marcato quasi allo scadere di un match che infiammò il Flaminio.

 Oggi si incontrano due squadre che hanno perduto le due partite iniziali e che sono consapevoli di giocarsi molto sul prato di Murrayfield.

 Sarà uno scontro tra due team più fisici che tecnici, sarà una battaglia tra due squadre abituate più a difendere che attaccare, più a distruggere che a costruire.

Sarà, anche, il duello tra due famiglie e sarà giusto che avvenga qui, dove il Clan è la prima pietra della società.

Da una parte scenderanno in campo i fratelli Mauro e Mirco  Bergamasco, i Dioscuri azzurri la cui fama non può essere appannata  nemmeno dalle scelte di Mallett.

 Nel campo scozzese saranno Max e Thom Evans i Campioni chiamati a difendere la maglia blu con il cardo sul petto.

Singolari soggetti, questi due.

Nati il primo in Guatemala e il secondo ad Harare, capitale dello Zimbabwe, a causa del padre insegnante di golf in giro per il globo, scozzesi per via di un nonno materno, arricchiscono oggi delle loro ragguardevoli capacità atletiche la linea dei tre-quarti di Hadden.

Entrambi sono giunti alla palla ovale per vie impervie.

Max era un buon golfista, Thom faceva addirittura impazzire le ragazzine suonando il basso in una boy-band.

Max ha segnato una meta al Galles nella prima giornata del Sei Nazioni, Thom ha replicato contro la Francia nella seconda.

 Oggi lanciano la loro sfida a Bergamauro e Bergamirco, alfieri di un esercito alla ricerca di una nuova identità : “Le due sconfitte subite da Inghilterra e Irlanda non rendono merito alla durezza del lavoro che abbiamo svolto in allenamento – sibila Mirco – ora è giunto il momento di vincere.

 Siamo stufi di raccogliere meno di quello che seminiamo”.

 Il fratello Mauro ha dentro una carica sufficiente a far saltare la rocca di Edimburgo.

Dopo l’esordio generoso e sfortunato a Twickenham, dopo l’inutile sacrificio fisico del Flaminio, è sull’erba di Murrayfield che cerca il proprio riscatto.

In fondo, fu proprio qui che segnò nel 2001 una meta che è rimasta tra le più belle della storia del Torneo, in capo ad una volata di 50 metri e dopo aver sdraiato un paio di scozzesi.


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