Sergio Parisse, faccia da Oscar
Una faccia da Oscar. Capitano della nazionale italiana a 24 anni con l’avvento di Mallett, leader e capitano dello Stade Francais di Parigi capolista nel Top14, Sergio Parisse è stato nominato nella cinquina dei finalisti per l’elezione del Player of the Year dell’International Rugby Board, massimo riconoscimento individuale di Ovalia. Vederlo insieme con Dan Carter, Shane Williams, Jones e Blair lascia capire quanto sia cresciuto insieme con il rugby azzurro.
Lui, nel ritiro dell’Italia alla Borghesiana a Roma, la prende con modestia:”I finalisti hanno tutti possibilità di vincere tranne…me!
Scherzi a parte, credo che io e Blair (Scozia) paghiamo il fatto di giocare in nazionali meno vincenti.
Carter (Nuova Zelanda) non ha bisogno di commenti mentre Williams e James hanno vinto il Sei Nazioni con il loro Galles.
Comunque per me e per l’Italia è un grande riconoscimento, merito della maturazione della squadra”.
Già, la maturità.
Questa è la parola chiave del momento.
Per lui, come per la nazionale italiana che a novembre affronterà tre test-match contro Australia, Argentina e Pacific Islanders portando il rugby di lusso in provincia:”Il capitanato mi ha responsabilizzato? Non lo so – riflette – certo è che è arrivato al momento giusto, quando mi sentivo pronto per assumere questa responsabilità”.
Lei è la faccia di questa nazionale.
La vostra maturazione procede di pari passo?:”Sì, anche la squadra e il gruppo stanno crescendo di partita in partita.
A giugno abbiamo vinto in Argentina e nell’ultimo Sei Nazioni(una vittoria con la Scozia, n.d.r.) abbiamo fallito per un niente almeno un paio di clamorose affermazioni.
Gonzalo (Canale, n.d.r.) è un mio amico fraterno ma se avesse marcato quelle mete con il Galles e con la Francia poteva finire diversamente.
Manca davvero poco al salto di qualità che ci permetterà di portare a casa i risultati che meritiamo”.
L’Italrugby vince pochissimo ma il seguito di appassionati ha una crescita esponenziale, perché?:”Questa squadra ha un legame con la gente e lo coltiva.
Forse molti appassionati sono stanchi di altre realtà come il calcio, dove i protagonisti sono più distanti rispetto a noi che, pur essendo professionisti e giocando davanti a migliaia di persone, manteniamo un comportamento familiare”.
Maturità.
Per lei si chiama anche Alexandra Rosenfeld(Miss Europa 2006, n.d.r.):”Certo, da quando viviamo insieme mi ha dato maggiore equilibrio e più…ordine!
Prima le mie case erano un disastro”.
Siete una coppia da copertina, fate vita mondana?:”No.
Per me è fondamentale uno stile di vita sano.
Allenamento, alimentazione e riposo.
Esiste una “preparazione invisibile” cruciale per un atleta”.
Pratica altri sport?:”Adoro lo sci ma, anche per ragioni contrattuali, non posso praticarlo.
Quando ero a L’Aquila andavo spesso a sciare, il Gran Sasso è la mia montagna preferita”.
Giancarlo Dondi è stato eletto presidente per la quarta volta:”lui è la persona giusta.
Ho alcune idee sullo sviluppo del rugby italiano, presto gliele comunicherò.
Bisogna fare in modo che i migliori italiani restino a giocare qui, le Selezioni mi sembrano una buona idea”.