Cresce l’Italia ma non basta

Smon Picone vola in meta Con questo 19-23 l’Italia di Mallett si avvicina, come mai prima d’ora, alla vittoria contro l’Inghilterra ma coglie l’ennesima, amara sconfitta. Un’occasione perduta. Non è più possibile parlare di onorevoli sconfitte senza fare un torto proprio alla crescita dell’Italrugby. Difficile dare una definizione diversa ad un match peraltro pieno di cose positive per gli Azzurri.


L’Italia ha chiuso la partita in attacco, rimontando nel punteggio fino a sfiorare l’affermazione clamorosa e piazzando un parziale nel secondo tempo di 13-3.

Negli ultimi 20’ si è vista quella che potrebbe divenire la vera mediana del futuro.

L’ingresso in campo di Picone e Marcato ha rivitalizzato il gioco offensivo italiano, lasciando intravedere un avvenire diverso.

Eppure ciò non è ancora bastato per far saltare il banco.

Colpa di un primo tempo gettato via a fare a testate sul muro di maglie bianche predisposto dal vecchio volpone Ashton.

Il ct inglese, dopo la disfatta casalinga contro il Galles, non aveva patrimoni da rischiare e così ha chiuso il chiavistello a doppia mandata.

Pack di ferro, impressionanti Shaw e Bortwick, e Wilkinson dieci metri indietro a far funzionare il piede come un metronomo aspettando gli errori italiani.

E proprio due baggianate degli Azzurri regalano due mete trasformate(14 punti!) nel primo quarto d’ora al XV della Rosa mettendo i Maestri nelle migliori condizioni.

Al 3’ una touche lanciato troppo lunga da Ghiraldini regala il possesso all’Inghilterra.

Sugli sviluppi della ripartenza l’assist di Wilkinson per Sackey – reverse pass guardando dalla parte opposta – è una vera magia.

Ma i regali non sono finiti.

Al 16’ Travagli scarica l’ovale per il mediano di apertura che, secondo il manuale, dovrebbe calciare facilmente in touche.

Ma Andrea Masi non calcia e, a sua volta, passa il pallone a Bortolussi dietro di lui.

Troppo tempo e troppi metri, la pressione di Balshaw respinge il pallone calciato dall’estremo italiano, sullo sviluppo Flood schiaccia in bandierina, fanno 6-14 per via delle due punizioni calciate da Bortolussi al 6’ e al 13’.

L’Italia accusa il colpo, continua nel tentativo, vano, di realizzare il piano di gioco predisposto da Mallett ma non le manca mai il coraggio.

Il primo tempo scivola via chiudendo sul 6-20 grazie ad altri due piazzati di Wilkinson che trova il tempo di superare così i 1000 punti realizzati in Test match.

Nella seconda frazione si sveglia l’Italia e Parisse sale in cattedra.

Man of the Match al termine, il capitano azzurro è magnifico nel trascinare i suoi con l’esempio.

Placca, recupera, corre, incita e mostra doti da fuoriclasse assoluto.

Intorno a lui crescono tutti e Mallett gestisce i cambi da par suo.

Dentro piloni freschi e poi Picone-Marcato in mediana.

Gli inglesi calano e due punizioni di Bortolussi fanno da preludio alla meta di Picone al 76’, bravo a mettere pressione all’imberbe Cipriani e a volare sotto ai pali dopo averne intercettato il calcio.

Finisce 19-23 con i Leoni della Regina a ringraziare il cronometro e gli Azzurri a mangiarsi le mani per gli errori in touche(tre perdute nel finale) che avrebbero potuto dare la sospirata vittoria.


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