RWC ‘ 07:i colori del mondiale

TaioneGli Azzurri di Berbizier, fatto ritorno alla base provenzale di S. Remy, mettono a frutto la pausa che li separa dalla sfida decisiva del 29 settembre contro la Scozia cercando di lavorare sulle lacune evidenziate dai primi tre impegni. Dopo la disfatta subita dagli All Blacks, le due vittorie con diverse ombre su Romania e Portogallo, il gruppo azzurro ha bisogno di ritrovare il filo che lo aveva condotto al 9° posto del ranking dell’IRB e a battere proprio la Scozia ed il Galles.


Ma, come ha sottolineato Troncon nei giorni scorsi, sarebbe un errore madornale pensare alla vittoria di Edimburgo.

Ne è corsa parecchia di acqua sotto ai ponti ed oggi l’Italia è chiamata a ricostruirsi una credibilità dopo le incertezze dell’avvio.

Nel rugby non esistono rendite di posizione, soprattutto per l’Italia che si è affacciata al massimo livello da troppo poco.

Intanto, continua a dipanarsi una splendida edizione della Rugby World Cup piena di storie e di colori.

Come il verde degli irlandesi che qualche giorno fa hanno invaso gli Champs Elisèes per sfidare la Francia nella sua tana.

Ma Les Bleus, di fronte al pericolo di mancare la qualificazione ai quarti, hanno tirato fuori gli artigli vincendo 25-3 e rimettendosi in corsa.

O come il rosso di Tonga che si giocherà la storica qualificazione contro l’Inghilterra del redivivo Wilkinson(24 punti contro le Samoa) e che ha messo paura al terribile Sudafrica, vero sfidante – insieme con l’Australia di Giteau e del “ragazzino” Barnes - dei favoriti All Blacks.

A proposito, la Nuova Zelanda ha regolato ieri la Scozia ad Edimburgo con il punteggio di 40-0.

Per la prima volta nella storia le furie del ct Henry sono scese in campo vestite di grigio – prodigi del merchandising e della dittatura cromatica della televisione – e della medesima tonaltà è stata la prestazione di un match giocato da due team rimaneggiati e privo dell’abituale ferocia tipica delle battaglie tra queste due squadre.

Henry ha tenuto in campo Carter, Mc Alister e Conrad Smith, i suoi playmaker, il più possibile per affinarne i meccanismi.

La Scozia ha offerto una discreta presenza attorno ai raggruppamenti, una buona touche e poco altro.

Nonostante tutto, di fronte agli Azzurri resta la più grande occasione della storia del rugby italiano.

Gli Highlanders di Hadden restano un bersaglio ampiamente alla portata della squadra di Berbizier.

Dal punto di vista fisico gli Azzurri sono a posto, da quello tecnico hanno molte frecce al proprio arco.

La mischia, la touche, la qualità di molte individualità.

C’è solo da accordare il registro psicologico.

Castrogiovanni ha lamentato troppe pressioni dall’esterno, l’impressione è che gli Azzurri dovranno evitare di crearsene al proprio interno.

La Scozia ha tutto da perdere da questa battaglia, lasciamo che la pressione schiacci le loro spalle.


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