Caso Wisser, chi dovrà pagare?

Cresce la Futura Park Rugby Roma dopo la quarta giornata della serie A di rugby che ha visto i bianconeri strapazzare a domicilio l’Avezzano per 62-7. Tutto scontato per il XV di Ringeval che schierava di nuovo un Francesio in grande spolvero, uno Shinomiya che lentamente sta integrandosi nel gioco della squadra e con alcuni giovani che stanno emergendo in questo primo scorcio di campionato, come l’ala Scarnecchia o il flanker Rota, figlio d’arte.


La Roma, assorbito l’addio da parte di Ambrogio Bona e l’inserimento di Bencetti nel ruolo di Direttore Sportivo, ha ora l’obiettivo di riguadagnare il terreno perduto a causa della partita persa a tavolino e della conseguente penalizzazione causata dalla confusione sulle norme di tesseramento di Francesio, schierato erroneamente come giocatore di formazione italiana in virtù della regola che ne impone almeno 15 sulla lista ufficiale di ogni partita.

La società ha presentato ricorso per la penalizzazione di quattro punti facendo leva sul precedente originato dal caso Della Ceca che vide coinvolta la Capitolina.

Ma un altro problema di tesseramento, sulla scia dell’affaire-Francesio, si è abbattuto sull’avvio di stagione della Roma e riguarda il vice-capitano Wim Wisser.

La storia ha contorni grotteschi: il giocatore, giunto in Italia nel ’91 dal Sudafrica con passaporto olandese, non è stato mai tesserato a livello Seniores da altra federazione se non quella italiana.

Nel ’99 è diventato italiano e vanta ben 22 caps ufficiali con l’Italia, è sposata con una donna italiana ed è stato tesserato per anni come giocatore di formazione italiana.

In data 19 settembre ha ricevuto il cartellino, come nelle stagioni precedenti, da giocatore italiano.

Poi improvvisamente, in virtù di una lettera inviata all’Ufficio Tesseramenti dalla Rugby Roma circa la questione Francesio, qualcuno si accorge che a proposito di Wisser c’è un errore.

Anche lui non può più essere considerato italiano e quindi va schierato come straniero (proveniente da quale federazione non è dato sapere, visto che è sempre stato tesserato da quella italiana…).

Il giocatore è distrutto:”Non riesco a capire. Ho giocato con onore 22 volte con la maglia azzurra, è qui che sono diventato un giocatore di rugby, sono sposato con una italiana e ora non so nemmeno da dove vengo…”

L’avvocato di Wisser ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Federale affinché intervenga per chiarire la situazione, intanto il giocatore è fermo:”Ho 36 anni, vorrei solo giocare tranquillo per la mia squadra.

Mi auguro che non debba essere io a pagare per un errore che qualcun’ altro ha commesso e di cui dovrebbe assumersi la responsabilità.”

Per l’inizio della prossima settimana è previsto un pronunciamento del Consiglio Federale sulla vicenda.

Per ciò che riguarda il rugby giocato sul campo, domenica prossima il Tre Fontane ospiterà il match-clou della giornata per il girone B con Rugby Roma- San Donà (ore 15.30). La matricola ha dimostrato di non soffrire il salto di categoria e non vorrà rovinare la media.


2 Responses to “Caso Wisser, chi dovrà pagare?”

  • macchianera Says:

    Bell’articolo Alessandro, devo dire che la FIR ha la possibilità di fare bella figura in questa storia. E’ una situazione anomala, spero si risolva tutto ma non ne sono sicuro, sono abituato a vedere cose immonde, cose di parte insomma. Speriam bene…

  • Giampiero Says:

    Credo che in questo caso la FIR abbia sbagliato e pure di grosso! Ma il quesito che mi pongo e’ un’altro.. La FIR obbliga le società a far scendere in campo 15 giocatori di formazione italiana per la serie A e 13 per la topo ten se non sbaglio. Questo e’ lodevole per una federazione che vuole far crescere il proprio sport. Ma in nazionale non si vedono altro che giocatori stranieri di formazione non italiana…e i buoni giocatori italiani vanno all’estero. Non e’ un controsenso?? e nessuno mi venga a dire che e’ per il raggiungimento di risultati a breve termine..perche’ fino ad oggi abbiamo le stesse performance a livello internazionale che avevamo anni fa.

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