La Haka

Gli All Blacks sono famosi per molte cose, anche tra chi non è esperto di rugby.


Ma, è certo, l’aspetto che colpisce di più la fantasia di chi assiste alle loro partite è la Haka, la danza che inscenano prima dell’inizio di ogni match.

Massima espressione della tradizione e della cultura popolare neozelandese e, più ampiamente, polinesiana, la danza è qualcosa di più di una sfida guerriera, come molti credono.

È un vero e proprio richiamo alle più ancestrali tradizioni di un popolo che, avendo subito varie invasioni e contaminazioni, vi identifica la propria specificità.

Anche per questo gli All Blacks amano farla soprattutto nei confronti delle squadre delle Home Unions, le britanniche che rappresentano i “colonizzatori”.

Nel corso degli anni la danza ha subito alcune trasformazioni, fino a stabilizzarsi con la Ka-mate, quella più conosciuta.

Solo negli ultimi 12 mesi ne è stata messa a punto una diversa versione, Kapa o pango, solo per gli appuntamenti più importanti come la partita di giugno di un anno fa contro il Sudafrica o quella di novembre contro l’Inghilterra decisiva per il Grand Slam.

La versione aggiornata è ancora più aggressiva ed evocativa della tradizionale, e finisce con il “simbolico” gesto con il pollice che gira attorno alla gola.

Particolare interessante, l’ideatore dei nuovi passi ha un cognome italiano. Derek Lardelli, che si sente in tutto appartenente al ceppo maoro, è discendente da una famiglia italiana emigrata in Scozia nei primi anni dell’800 per passare poi in Nuova Zelanda. Lardelli, tutto treccine e tatuaggi polinesiani, è oggi uno dei massimi custodi delle tradizioni popolari maori.

La versione messa a punto da Lardelli non ha mancato di suscitare diverse polemiche tra gli avversari dei tutti neri e tra gli osservatori neutrali, dividendo l’opinione pubblica in favorevoli e contrari.

La Federazione neozelandese ha preso una posizione ufficiale alla vigilia dal Tri-Nations in corso chiedendo ai giocatori di evitare la rappresentazione di Kapa o Pango.

Per tutta risposta i giocatori hanno aperto il torneo proprio con il “taglio della gola”, anche se nell’ultima partita contro l’Australia ne hanno mostrato una versione edulcorata con il pollice chiuso tra le dita e il braccio che compie un semicerchio all’altezza del petto come a strappare il cuore.

Le polemiche appaiono pretestuose, così come superficiali le prese di posizione dall’esterno su qualcosa che, facendo parte integrante della cultura tradizionale di un popolo, andrebbe accettato e rispettato per ciò che rappresenta.


One Response to “La Haka”

  • MASSIMILIANO LOFFREDI Says:

    TI INVIO IL MIO CELL. COME PROMESSO. CIAO MAX 335/1400832

    P.S. ORGANIZZA UN VIAGGIO IN NEW ZELAND

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